I prodotti surgelati o congelati a casa sono un must sopratutto con le alte temperature estive, ma occorre sapere che si tratta di due processi di conservazione diversi. Da qui qualche semplice regola suggerita dal biologo Adriano Aliani (nella foto sotto), responsabile della divisione di ricerca e sviluppo della società Gourmet Italia per consumi in sicurezza.
Il surgelamento
Con il surgelamento si porta la temperatura di un prodotto in breve tempo a un livello uguale o inferiore a -18 gradi. È una procedura che agisce bloccando o rallentando tutte le attività enzimatiche, chimiche e microbiche che porterebbero al degrado della materia organica, garantendo il mantenimento dei nutrienti presenti al loro interno.
Il congelamento
Il congelamento casalingo, invece, richiede tempi più lunghi per portare il prodotto a -18 gradi. Inoltre l’acqua contenuta al suo interno forma dei macro cristalli di ghiaccio che, una volta scongelati, distruggono le cellule dell’alimento. Attenzione poi alla fase dello scongelamento: un prodotto surgelato va cotto direttamente ad alte temperature, il congelato, invece, va messo prima nel frigo facendo attenzione che l’acqua dello scongelamento non entri in contatto con gli alimenti. Per velocizzare questo processo si può utilizzare il forno a microonde, ma non acqua e olio bollente o forno e tanto meno l’acqua corrente, perché vengono danneggiate le sue proprietà nutrizionali.
I valori nutriziali
Scongelamento e congelamento implicano quindi differenze anche dal punto di vista nutrizionale. Il biologo segnala che le tecnologie di surgelazione sono sempre più precise. Quanto più gli ingredienti dichiarati sono come quelli che si usano in casa e tanto più sano sarà l’alimento. Per legge, infatti, un prodotto può essere surgelato solo da condizioni di freschezza e ottima conservazione e non è consentito l’uso di conservanti.