Pace fatta o quasi. La decisione è ufficiale ela pubblica il sito dlel’Inter, che accetta le scuse di Maurizio Sarri.
“Roberto Mancini e il Club desiderano accettare le scuse presentate da Maurizio Sarri e dal Napoli e auspicano che l’attenzione dei media e del pubblico possa ora tornare alle partite di Serie A e TIM Cup, in una stagione particolarmente avvincente per i tifosi di entrambi i club e di tutte le contendenti ai titoli nazionali.
F.C. Internazionale – si legge ancora nella nota del club di Tohir – conferma il proprio completo supporto all’allenatore Roberto Mancini ed alla posizione etica da lui assunta durante i commenti al termine della partita. Sin dalla fondazione dell’Inter nel 1908 vi è la convinzione che tutti i giocatori, senza distinzione di nazionalità, lingua, religione, condizioni e orientamenti personali e sociali, siano i benvenuti in squadra. Per questo motivo è nata la definizione di Fratelli del Mondo che ancora oggi resta un valore fondamentale per il Club”.
Chiusa la polemica
Con questa nota ufficiale, l’Inter ha deciso di lasciarsi alle spalle la polemica e di “Tracciare una linea che possa porre fine alle tante discussioni nate durante gli ultimi minuti di gara”. Era ora!
Una squalifica di 2 giornate in Coppa Italia
Il caso Sarri si conclude come qualche giornale sportivo aveva anticipato ieri. L’allenatore del Napoli è stato condannato dal giudice sportivo a sole due giornate di squalifica, che sarà scontata in Coppa Italia. Quindi Sarri sarà regolarmente in panchina a Genova contro la Sampdoria nel prossimo turno di campionato. Anche questa decisione è prevedibile che sollevi polemiche. Si era parlato, infatti, di una squalifica fino a 4 mesi.
Le ammende a entrambi gli allenatori
Per l’allenatore del Napoli Maurizio Sarri si aggiunge un’ammenda di 20.000 euro mentre solo ammenda di 5.000 euro per Roberto Mancini, tecnico dell’Inter. Questa la decisione del giudice sportivo Giampaolo Tosel che motiva in questi termini i 2 giorni di stop per Sarri: “Al 47° del secondo tempo ha rivolto all’allenatore della squadra avversaria epiteti pesantemente insultanti; infrazione rilevata dal Quarto Ufficiale e dai collaboratori della Procura federale”. L’ammenda a Mancini, invece, è dovuta al suo “atteggiamento intimidatorio nei confronti dell’allenatore della squadra avversaria che l’aveva insultato” e alla “espressione irriguardosa rivolta al Quarto ufficiale negli spogliatoi”.
Mentre si attendeva la decisione del giudice sportivo
Mentre si attendeva la decisione del giudice sportivo, che dovrebbe arrivare in giornata, si sono moltiplicate le prese di posizione sul “caso Sarri”.
L’allenatore della Juventus, pur con molte riserve, ne ha parlato ieri sera dopo la vittoria della Juve in Coppa Italia contro la Lazio, che porterà in semifinale proprio i bianconeri contro la squadra di Mancini.
“Non mi permetto di giudicare quello che fanno gli altri, nelle situazioni bisogna trovarsi. Di sicuro – afferma Allegri – noi allenatori dobbiamo tenere sempre un comportamento consono perché siamo da esempio ai giocatori. Anche se ci sono momenti di tensione durante gara bisognerebbe mantenere sempre la lucidità, non è facile ma andrebbe fatto per rasserenare gli animi. Cosa direi a Sarri, da toscano a toscano? Non mi permetto di dire nulla a nessuno, non sono parte in causa, non è giusto che io dia giudizi sui colleghi. Parliamo di calcio, sulla vicenda deciderà la procura federale”.
Il dito di Berlusconi
Dà ragione a Sarri, invece, il presidente del Milan, Silvio Berlusconi.
“Napoli-Inter? Sono cose che sul campo possono accadere ma è sbagliato metterle sui giornali e Mancini ha sbagliato”. Poi Berlusconi ha raccontato un aneddoto per cercare di sdrammatizzare.
Atteso il verdetto del giudice sportivo
La giustizia sportiva ha dei risvolti paradossali, di cui stavolta potrebbe beneficirae l’allenatore del Napoli Maurizio Sarri, che si è scontrato duramente ieri sera con quello dell’Inter, Roberto Mancini.
Per Sarri si attendeva una lunga squalifica, anche di quattro mesi. Invece le cose sembra che andranno diversamente. Ora si parla di una o due giornate di squalifica da scontarsi soltano in Coppa Italia (quindi l’anno prossimo, visto che per quest’anno la competizione per il Napoli si è esaurita con la sconfitta del San Paolo.
Cosa prevede il codice sportivo
Domani, quindi, la giustizia sportiva non dovrebbe squalificare l’allenatore del Napoli per discriminazione omofoba, ma per una offesa generica, punibile con una o due giornate di stop. Il ragionamento è tortuoso ma si spiega così: una curva viene chiusa solo quando epiteti razzisti sono rivolti contro giocatori di colore, così essendo l’esternazione di Sarri rivolta a Mancini, notoriamente eterosessuale, l’episodio non viene classificato come razzista, ma soltanto offensivo. In pratica Mancini è notoriamente non gay, dunque l’offesa non era discriminatoria.
Vedremo se si sceglierà questa strada “leggera” o se l’inchiesta continuerà in altre sedi.
A stemperare la situazione interviene anche il presidente degli allenatori Ulivieri, che cerca di circoscrivere l’episodio all’adrenalina che nasce in particolari momenti difficili in panchina.
“A me è capitato, – dice il presidentedell’Assoallenatori – e ho risposto in altri modi. Ho ricevuto lo stesso tipo di offesa e ho risposto: ‘Portami tua moglie e poi lo domandi a lei….’, Allora questo diventa maschilismo e non va bene neanche, ma oggi non si sa più cosa dire”.
Arriva il Tapiro d’oro
Le telecamere di Striscia la Notizia stamattina a Castel Volturno, dove si allena il Napoli.
A Maurizio Sarri è stato consegnato il Tapiro d’Oro. Sarri ha ribadito anche oggi le sue scuse e ha fatto ripetuto quello che aveva detto ieri sera: di aver avuto in passato amici omosessuali, purtroppo deceduti di recente, e ribadito di non essere omofobo.
“Finocchio, frocio”: lo scontro del 19 gennaio
“Finocchio” e “frocio”: finisce in rissa (almeno verbale) dopo la partita di Coppa Italia tra Napoli e Inter (vinta dai nerazzurri per 2-0, con conseguente eliminazione dei padroni di casa).
L’allenatore del Napoli – che aveva sbagliato la formazione, sottovalutando l’Inter – nei minutu finali perde la testa e si avventa contro il tecnico dell’Inter, con espressioni di cui si pentitrà pochi minuti dopo, quando Mancini le rivela a tutto il mondo, denunciando il “razzismo omofobo” di Sarri e dicendo che persone “Persone come lui non devono stare nel mondo del calcio” (nella foto qui sotto, ripresa dalla tv, il momento dello scontro, oltre il 90° minuto).
Qui il video con le accuse del tecnico dell’Iner in diretta televisiva.
Poi Mancini abbandona la conferenza stampa post partita e ci pensa lo studio di Raisport1 a raccogliere i rimpianti di Sarri, che ancora non si rende conto che le sue frasi dissennate hanno fatto il giro del mondo, rovinandogli – probabilmente – quanto di buono ha fatto a Napoli finora.
Rischia fino 4 mesi di squalifica
La situazione per il tecnico del Napoli – apparso molto provato, come mostra la foto qui sopra – potrebbe aggravarsi con una pesante squalifica. “Mancini ha accettato le mie scuse? No mi ha detto sei un vecchio caz..”, afferma Sarri, che rischia una lunga squalifica: da tre turni fino a quattro mesi. Ma molto dipenderà dal referto arbitrale che fsarà spedito aL giudice sportivo Tosel. Il quarto uomo ha visto e sentito tutto. Occorrerà vedere quanto infierirà il referto.
Sarri ha poi chiarito, dal suo punto di vista, lo svolgimento della vicenda: “La litigata? Ero nervoso per l’espulsione a Mertens. Sono cose che in campo succedono e devono finire lì. Sono andato a chiedergli subito scusa negli spogliatoi e ora mi aspetto che anche lui faccia lo stesso. Può darsi io l’abbia offeso, ma secondo me sono cose che devono rimanere in campo”.
Mancini e tutta l’Inter hanno proclamato il silenzio stampa e sono ripartiti da Napoli senza altre dichiarazioni.
Un altro episodio con Sarri nel 2014
Si evoca anche un episodio minore, ma dello stesso tipo, che ha coinvolto Sarri nel 2014. De Laurentiis, il padrone del club di solito molto presente, evita di mettere la sua faccia nella bagarre. Insomma tutto è stato tranne che “Una serata di sport”, anche se Sarri iniste che “le cose di campo non devono andare fuori”. Ma è troppo tardi e un allenatore professionista deve sapere bene che tutto quello che dice assume una gravità “pubblica”, con telecamere e microfoni piazzati ovunque.