La vitamina D, che in realtà è un ormone, può usata non certo come cura, ma come strumento per ridurre i fattori di rischio. L’importanza di richiamare l’attenzione generale, sulla necessità di assicurare a tutti i soggetti anziani normali livelli di questa vitamina, onde evitare che molti di essi soprattutto quelli a rischio, possano ritrovarsi più esposti al danno conseguente alla patologia da Covid-19. E quindi la vitamina D va integrata quando è carente, ma non pensiamo che assumerne significa sconfiggere il coronavirus, per quello dobbiamo aspettare il vaccino.
La vitamina D, così come altre sostanze (Vitamina C e glutatione), può contribuire a rafforzare le difese immunitarie, se assunta con continuità, ma certamente non previene l’infenzione da Sars-CoV2.
Ma è utile un’alimentazione ricca di pesce ricco in omega 3 come trota salmonata e salmone, pesce spada, sgombro, alici e sardine, uova , tonno, latte fegato di bovino, funghi cacao e cioccolato.
Inoltre prendere un po’ di sole anche se fuori dall’uscio di un balcone, non può che fare bene… Prevenire è meglio che curare.