Falso olio extravergine d’oliva: Carapelli, Bertolli e Sasso coinvolti nella vicenda Deoleo

Uno degli anni sicuramente peggiori sia per carenza di olio che falsificazione dello stesso, un 2015 che ancora adesso viene ricordato per la pesante multa verso la società spagnola Deoleo, causa carenza, hanno usato un prodotto non autentico e falsificato la produzione. L’Antitrust facendo un controllo totale, fece saltare fuori tre grossi nomi del settore dell’olio: Bertolli, Carapelli e Sasso, naturalmente totalmente estranee all’accaduto.

Caso Bertolli

Bertolli ha una storia veramente molto lunga. Nasce ufficialmente nel 1865 e fin dagli albori si prefissò una chiara visione del suo presente e futuro, avrebbe sempre portato la miglior qualità possibile di olio in Italia che all’estero. Le sue produzioni fin da subito di grossa scala, gli permette di importare attraverso numerose imbarcazioni, non per nulla nasce il loro ‘Banco e Cambio Bertolli’ per le importazioni all’estero. Da fine 800 ai primi del 900 la Bertolli raggiunge un mercato estero di grandissima portata su scala mondiale. A partire dagli Stati Uniti con importazioni nelle prime città colonizzate dagli italiani, tra cui la famosa New York City, fino ad arrivare in Australia e Paesi dell’America Latina, raggiungendo fama e simbolo di qualità d’eccellenza. Bertolli continua la sua scala al successo dell’olio extravergine d’oliva con l’avvento di radio e televisione, pagando per ricevere una loro pubblicità durante il dopo boom economico che invase l’Italia dopo gli anni 60.

Con l’arrivo dei primi anni 2000 sembra che l’azienda fosse inarrestabile, avendo sempre ricevuto recensioni e opinioni positive, si preparava per i 150 anni della sua storia, come per essere l’azienda di olio italiano migliore del mondo. Tuttavia dal 2014 si cominciano ad avere problemi di produzione di olio e carenza di ulivi per moltissime aziende e produzioni di olio extravergine in Spagna, Bertolli ricevette la notizia che la Deoleo nel 2015 proprio durante la celebrazione dei suoi 150 anni, usava il suo marchio per un prodotto non di qualità. L’Antitrust aveva scoperto che Deoleo non stava usando olio extravergine, ma di qualità inferiore, facendo assegnare una grossa penale di 300.000 euro e che, nel 2016 vennero imposte nuove regole e controllo qualità onde evitare altre ‘frodi’ simili.

Bertolli naturalmente ha chiesto più volte scusa ai suoi consumatori, assicurando di essere totalmente estraneo ai fatti dell’azienda spagnola e assicurando sempre di utilizzare sempre olio di elevata qualità. Nel 2017 con l’imposizione delle nuove regole qualità e rigidissimi controlli dell’Italia a prodotti del Made in Italy come l’olio extravergine d’oliva, fecero cambiare drasticamente rotta commerciale all’azienda spagnola e al marchio totalmente italiano della Bertolli, facendola tornare su un’importazione di qualità d’olio assoluta, con non solo l’esportazione in Italia e all’estero come prima, ben oltre 45 Paesi, ma con sempre il controllo di un olio della più alta qualità possibile.

Caso Carapelli

Carapelli nasce nel 1893 da Costantino Carapelli che con la famiglia comincerà a commerciare inizialmente in loco piccole quantità di olio sfuso e grano. La famiglia Carapelli ottiene fin da subito rispetto e fama nazionale quando nei primi del 900 comincerà a commerciare la più alta qualità di olio in tutta Italia, scegliendo solo le olive migliori e puntando fin da subito all’importazione per assicurarsi di essere nelle tavole degli italiani e non solo. Con i suoi 120 anni e passa di attività il successo di Carapelli nasce anche dall’esigenza di poter avere un olio di qualità elevata che mantenesse un prezzo conveniente andando incontro a chi, soprattutto in tempi passati non poteva permettersi un prodotto così tanto elevato, anche perchè un tempo non tutti potevano facilmente permettersi un prodotto come l’olio extravergine d’oliva.

Nel 1939 Carapelli aumenterà la sua fama per aver realizzato il più moderno molino da grano della sua epoca, per i prossimi 50 anni nonostante anche la seconda guerra mondiale, tra qualità del prodotto e pubblicità, Carapelli diventa prodotto numero uno per gli italiani, dimostrando di essere il marchio toscano di olio per eccellenza, dando un sapore unico ad ogni bottiglia. Nei primi anni 2000, oltre alle diverse bottiglie selezionabili, nasce l’Istituto Nutrizionale Carapelli Onlus, per un cammino di costante qualità ed eccellenza di un prodotto italiano. Sfortunatamente anche Carapelli viene indirettamente coinvolto dalla truffa Deoleo che, sfruttando l’immagine e la serietà del marchio toscano Carapelli, importerà olio vergine, dovendo quindi far parlare la società assicurando sempre che Carapelli ha sempre usato olio extravergine d’oliva della più alta purezza, anzi celebrando tra il 2016 e il 2017 il packaging delle nuove quattro etichette particolarmente prestigiose.

Caso Sasso

Il terzo marchio coinvolto nella sfortunata vicenda Deoleo, è un altro prestigioso marchio italiano dell’olio extravergine d’oliva. Sasso marchio italiano dal 1860, ha da sempre avuto la priorità di portare nelle case degli italiani, il miglior olio possibile. Cominciando da piccole importazioni in Liguria, Sasso fa dell’olio extravergine d’oliva una cultura e un sapore invidiato da tutto il mondo. La sua continua esportazione lo farà diventare un marchio di così elevato prestigio da far esportare l’olio in diverse zone del mondo, facendo entrare il marchio tra le migliori eccellenze italiane dell’alimentazione e della gastronomia.

Dello scandalo Deoleo del 2015 naturalmente anche Sasso promette alla sua affezionata clientela totale estraneità nei fatti, assicurando che il marchio non solo rispetta da sempre gli ideali dei suoi fondatori, ma ha sempre cercato la più alta purezza dell’olio italiano per gli italiani e per i Paesi in cui esporta, distanziandosi totalmente non solo dai fatti Deoleo che li vedrà al centro della bufera Antitrust, ma assicurando che l’azienda spagnola non ha mai avuto il permesso del marchio Sasso per la vendita delle bottiglie d’olio incriminate.

Decisione dell’Antitrust

La decisione finale dell’Antitrust nel giugno del 2016 non lascerà comunque nessun tipo di ambiguità. Sui campioni analizzati dei marchi citati come di altri sempre marchi italiani, non corrisponderanno a olio extravergine d’oliva come riportato sulle bottiglie, ma di solo olio vergine. Dal corrente anno, aumenteranno le prove di validità se un olio potrà essere classificato come olio extravergine d’oliva o meno.

Dopo la sentenza la Deoleo dichiarerà di aver messo non solo un nuovo servizio qualità, ma una migliore verifica dei prodotti che importerà dalla Spagna del Made in Italy. La Deoleo inoltre ha commissionato nuovi esperti settoriali per la tracciabilità e la qualità di ogni singola bottiglia di olio per questi e molti altri marchi di olio extravergine d’oliva italiano, garantendo che saranno sempre rispettati controlli interni e altissimi criteri qualitativi, per evitare che possano accadere ulteriori incidenti che potrebbero anche pesantemente danneggiare le società di olio coinvolte indirettamente nell’accaduto.

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